Il mercato degli spirits in Italia nel post Covid

Nel 2022, primo anno in assoluto, il consumo di gin supera quello di whisky e vodka. Campari e Aperol dichiarati nel 2021 con una crescita del 10% negli ultimi cinque anni vanno

Il mercato italiano degli spirits è da sempre un mercato prettamente a vocazione on trade rispetto all’off trade.

L’abitudine degli italiani nel consumare alcolici in occasioni di socialità fuori casa è un elemento importante per studiare i trend di mercato, le categorie emergenti e il futuro dell’f&b. Quando consideriamo l’Italia è sempre bene considerare le diversità regionali e non soltanto le aree turistiche o le grandi metropoli. Il mercato domestico ha vissuto una contrazione dei consumi nel periodo Covid e immediato Post Covid.

La chiusura prolungata dei locali, l’avversione alla spesa in favore del risparmio degli italiani e la mancanza di occasione di consumo fuori casa hanno portato a un crollo di tutte le categorie di spirits, anche quelle precedentemente in forte ascesa.

Il 2022 è stato un anno di grande ripresa e record di vendite e consumi senza precedenti. Un anno difficile da prevedere per tutti gli attori del mercato, in cui quasi tutti i prodotti sono stati colpiti da rotture di stock più o meno importanti causa materie prime e disponibilità di mezzi di trasporto.

Gin è la categoria meglio performante del mercato

In Italia il gin è la categoria meglio performante del mercato, la cosidetta “gin mania”. Dopo anni di introduzione di sempre nuovi brands sul mercato, ora la competizione è alta e i brands super premium più famosi e consumati quali Gin Mare, Hendrick’s, Malfy, Monkey 47 continuano a crescere sottraendo quote di mercato e di espansione a nuovi brand emergenti.

In Italia il gin è la categoria meglio performante del mercato, la cosidetta “gin mania”.  Gin Mare, Hendrick’s, Malfy, Monkey 47 continuano a crescere sottraendo quote di mercato e di espansione a nuovi brand emergenti.

Anche la selezione di acqua tonica premium cresce ma qui il mercato del super premium è dominato in maniera incontrastata dal brand Fever Tree. Nella categoria standard Schweppes e Red Bull Organics giocano un ruolo di protagoniste nel consumo del fuori casa.

Nel 2022, primo anno in assoluto, il consumo di gin supera quello di whisky e vodka con 1,781 milioni di casse da 9 litri vs 1,173 e 1.001 9lt casse di whisky e vodka. La categoria gin super premium cresce del 10% con un consumo principalmente focalizzato sul gin tonic. I principali player super premium del mercato si aggirano intorno al milione di bottiglie annuali vendute.

La categoria vodka rimane stabile nel 2022 rispetto al 2019, cala la propensione del consumatore al consumo di bottiglie luxury, consumo parzialmente colmato dal gin e dalla nuova emergente categoria degli agave based (es brand come Casa Azul).

Whisky e whiskey perde volumi nella categoria standard mentre mantiene una piccola crescita su prodotti super premium e luxury nonostante l’importante crescita di prezzo di questa categoria.

Rum chiaro e scuro da miscelazione sono in calo, ad esclusione dei rum di categoria super premium con i prodotti da degustazione con brands quali Diplomatico, Zacapa e Don Papa come leader del mercato.

Categorie come brandy e cognac e distillati del mondo non crescono o addidirittura subiscono una flessione nei consumi negli ultimi 5 anni di reportistica di vendita.

“Occasion-driven consumption”

Il mercato domestico dimostra la vocazione al consumo nel momento importante dell’aperitivo, generalmente indicato nell’orario del post lavoro dove i consumatori si ritrovano insieme per bere un cocktail/birra/vino e consumare insieme qualche assaggio di cibo/tapas.

I 10 mln di litri di Campari e 24 mln di litri circa di Aperol dichiarati nel 2021 con una crescita del 10% negli ultimi cinque anni vanno ad indicare la forza e la precisione delle campagne marketing messe in campo da Campari Group, la drink strategy proposta dall’azienda e il trend crescente di consumo di alcolici a più bassa gradazione alcolica.

I 10 mln di litri di Campari e 24 mln di litri circa di Aperol dichiarati nel 2021 con una crescita del 10% negli ultimi cinque anni vanno

Nel consumo del dopo cena, parlando di liquoristica tradizionale italiana, Vecchio amaro del capo con 7,8 mln di litri dichiarati è l’amaro più consumato in Italia, seguito a distanza da Amaro Montenegro.

Con una popolazione sempre più anziana e una crescita contenuta del PIL, il mercato italiano si prospetta come un mercato con contrazione dei consumi nei prossimi anni.

Allo stesso tempo, la presenza di destinazioni turistiche di internazionali, l’alta ristorazione e la presenza di numerose strutture di lusso, elevano il mercato italiano come pedina imprescindibile per la presenza di brands internazionali che ricerchino un alto posizionamento di gamma.

Marco Callegari

Fonti dati IWSR 2023

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