La tradizione italiana dell’aperitivo attraverso la storia

La tradizione italiana dell’aperitivo attraverso la storia

L’aperitivo è un rituale molto amato che fa parte della cultura italiana da secoli. È un’occasione per ‘rilassarsi’ dopo il lavoro, socializzare con gli amici e gustare deliziosi drinks accompagnati da degli stuzzichini. L’aperitivo avviene tipicamente alla fine del pomeriggio, poco prima della cena, per “aprire” lo stomaco e stimolare l’appetito. Esamineremo la vasta gamma di drinks che sono diventate parte integrante dello stile di vita italiano.

L’Italia è famosa per i suoi vini, ma è anche patria di una vasta gamma di birre, liquori e distillati. Ogni regione ha la sua cultura e tradizioni uniche di consumo di essi, rendendo l’Italia una destinazione affascinante per ogni intenditore di miscelazione, produttore o semplice consumatore di bevande alcoliche.

Il termine “aperitivo” deriva dalla parola latina “aperire”, che significa “aprire”. L’aperitivo fu introdotto per la prima volta in Italia intorno al 1300, quando le tecniche di distillazione furono migliorate. Inizialmente usato come bevande a scopo terapeutico per facilitare la digestione e stimolare l’appetito, presto divenne un rituale popolare prima della cena e parte dello stile di vita italiano per le nuove generazioni. Di conseguenza, è oggi noto come una categoria vera e proprio nell’industria di prodotti alcolici popolari in Italia.

Le origini dell’aperitivo

Le radici dell’aperitivo risalgono all’antica Roma, ma il concetto moderno di aperitivo è emerso nel XVIII secolo quando il vermouth è diventato popolare in Piemonte, a Torino.

“Il termine “aperitivo” deriva dalla parola latina “aperire”, che significa “aprire”.”

Durante il Medioevo, i monaci erano tra i più importanti professionisti della medicina e della farmacologia in Europa. Poiché spesso erano gli unici in grado di leggere e scrivere, erano responsabili della creazione e della copia di tutti i tipi di manoscritti, tra cui ricette per cibo, bevande e rimedi medicinali. Inoltre, coltivavano erbe aromatiche e piante nei loro giardini, utilizzate per creare preparati medicinali, tra cui liquori e distillati a base di erbe come lo Chartreuse, il Benedettina e altri elixir.

Gli elixir erano preparazioni medicinali altamente concentrate a base di erbe aromatiche, spezie e altri ingredienti, spesso addolciti con miele per renderli più appetibili. Nel tempo, il loro uso si è esteso oltre i monasteri e nella popolazione più ampia. L’arrivo della canna da zucchero in Europa ha rappresentato uno sviluppo significativo nella storia degli elixir in Italia, poiché l’aggiunta di zucchero ha migliorato notevolmente il loro sapore e la loro consistenza. Ciò ha reso possibile l’aggiunta di alcol per migliorare la durata di conservazione delle bevande, il che ha portato alla creazione della prima categoria di Aperitivo chiamata “Rosolio”.

L’alba e il tramonto del Rosolio

Il Rosolio ha avuto origine nei monasteri, dove i monaci lo utilizzavano come rimedio medicinale per curare problemi digestivi e altre malattie. Nonostante ci siano varie teorie sull’origine del termine ‘rosolio’, si crede che derivi dal latino ‘Ros-Solis’, che significa ‘rugiada del sole’ o ‘rugiada del mattino’. Secondo questa teoria, il nome farebbe riferimento alla pratica di raccogliere erbe aromatiche e fiori la mattina presto, mentre sono ancora coperti di rugiada, per creare la creazione delle loro miscele.

Successivamente, con l’introduzione della canna da zucchero, l’aggiunta di zucchero e la dolcezza che ne derivava resero il nuovo rosolio una bevanda pregiata tra gli italiani. Nel tempo, la ricetta si è evoluta e il rosolio ha cominciato ad essere apprezzato come aperitivo piuttosto che solo come rimedio medicinale. Prima dell’avvento del Vermouth, del Bitter o dell’Amaro a Torino e Milano, il rosolio era l’aperitivo preferito del Re di Savoia ed era spesso servito come ‘Aperitivo di Corte’ agli ospiti durante le feste reali.

Purtroppo, nonostante il rosolio non sia mai stato ufficialmente vietato da alcun governo o istituzione, la sua popolarità è diminuita con l’avvento di un nuovo tipo di categoria, promossa dalla decisione di un re nel XIX secolo. La categoria del rosolio è quasi scomparsa dal commercio e dai bar, fino al 2016, quando fu lanciato ITALICUS Rosolio di Bergamotto, creato dall’esperto di aperitivo italiano Giuseppe Gallo.

@Picture credit – Italicus

La crescita del Vermouth

Il Vermouth è un vino fortificato che viene aromatizzato con erbe aromatiche e spezie per creare sapori e aromi unici.

La sua storia è molto antica: già quattro secoli dopo Cristo, il medico e filosofo greco Ippocrate prescriveva ai suoi pazienti una bevanda a base di vino alla quale aggiungeva assenzio e origano per combattere reumatismi, anemia o periodi dolorosi.

Il Vermouth si differenzia dagli altri vini aromatizzati poiché deve contenere una pianta specifica, l’Artemisia absinthium o assenzio, nota in tedesco come ‘Wermut’, che significa proprio “assenzio”. Questa pianta contiene il tujone, un terpene simile al mentolo, conosciuto per le sue proprietà terapeutiche e ricostituenti. È anche l’ingrediente principale dell’assenzio, un’altra bevanda famosa.

La storia moderna del Vermouth inizia a Torino, quando il farmacista italiano Antonio Benedetto Carpano crea il primo vermouth commerciale nel 1786. A differenza dei suoi predecessori, Carpano utilizza il moscato di buona qualità a cui aggiunge piante, spezie e zucchero, poi fortifica il vino con acquavite. Il suo prodotto fu un successo immediato e fu accolto e raccomandato da Amedeo III, duca di Savoia. Poco dopo, altri produttori cominciarono a produrre le loro versioni di Vermouth, come Cinzano e Martini & Rossi, due brands ancora molto popolari oggi. Il Vermouth divenne popolare anche in Francia, dove veniva prodotto nella regione di Chambery.

“Carpano utilizza il moscato di buona qualità a cui aggiunge piante, spezie e zucchero, poi fortifica il vino con acquavite. Il suo prodotto fu un successo immediato.”

All’inizio del XIX secolo, Vittorio Amedeo III di Savoia, sovrano del Regno di Sardegna, incentivò gli agricoltori locali a produrre vini bianchi per aumentare la produzione di vermouth, dal momento che la maggior parte del vermouth viene ottenuto con vino bianco. Egli cancellò anche la richiesta annuale della Casa Reale del Rosolio, sostituendolo con un ordine di vermouth. Questo reale sostegno portò alla popolarità del vermouth tra le classi superiori e alla scomparsa del rosolio.

Col passare del tempo, emersero diverse varietà di vermouth, tra cui il vermuoth dolce e il vermuoth secco. Il primo viene ottenuto aggiungendo una percentuale maggiore di zucchero al vino, mentre il secondo ha poca o nessuna percentuale di zucchero.

Inoltre, la crescita del vermouth* fu influenzata anche dal nuovo rituale sociale dell’aperitivo, che divenne popolare tra le classi medie urbane alla fine del XIX secolo. Grazie ai suoi sapori e aromi complessi, il vermouth divenne rapidamente la bevanda preferita di molti italiani durante le ore pre-cena.

Fatto curioso: la popolarità del vermouth nel XX secolo può essere spiegata anche dalla campagna di lobbying di successo della lobby del vino per ottenere il divieto dell’assenzio, che era molto popolare all’epoca. Cercando di recuperare le quote di mercato perse durante la crisi fillossera, che era stata causata dall’assenzio molto più economico del tempo, un mito urbano che attribuiva effetti psicoattivi alla ‘fata verde’ si diffuse tra i consumatori. E quale era l’alternativa più sicura? Un vino aromatizzato e fortificato infuso con lo stesso Artimisia absinthium, ovvero il vermouth.

La crescita dei Bitters e dell’amaro.

I Bitters e gli Amari sono liquori a base di erbe aromatiche, originariamente utilizzati a scopo medicinale, ma che divennero popolari come digestivi piacevoli da bere con l’avvento dell’usanza dell’aperitivo. Gli amari sono liquori dal sapore amaro, appunto, di solito serviti dopo un pasto, mentre i Bitter sono spesso utilizzati nella miscelazione nei cocktail, prima del pasto, nella cultura Italiana.

Uno dei più famosi Bitter italiani è il Campari, nato nel 1860 e diventato presto un simbolo della cultura italiana dell’aperitivo in tutto il mondo. Altri bitter popolari includono l’Aperol, il Cynar e il Fernet Branca. Gli amari, d’altra parte, non sono molto lontani dai bitter, e li accomuna molto lo zucchero ma hanno una presenza maggiore di erbe aromatiche che li rende appunto più “amari”. Sono disponibili in molte varietà, ognuna con il suo sapore unico e la propria ricetta. Gli Amari popolari includono Averna, Montenegro e Braulio.

“Gli amari sono liquori dal sapore amaro, appunto, di solito serviti dopo un pasto, mentre i Bitter sono spesso utilizzati nella miscelazione nei cocktail.”



@Picture credit – Kelly Visel – Fernet Branca

The golden age of the aperitivo

All’inizio del XX secolo, l’aperitivo divenne un fenomeno sociale in Italia. I caffè e i bar che servivano l’aperitivo divennero il fulcro della vita intellettuale e artistica, attirando scrittori, artisti e musicisti. L’aperitivo divenne un simbolo della Dolce Vita, che celebrava il piacere, la bellezza e l’eleganza.

Negli anni ’20 e ’30, gli aperitivi divennero molto popolari in Italia e così anche la creazione di nuovi cocktails, come il Negroni, fatto con gin, vermouth e bitter di Milano, creato a Firenze nel 1919, che diventò presto un classico cocktail italiano e che oggi è uno dei drink più venduti in tutto il mondo. Anche altri cocktail da aperitivo, come l’Americano e lo Spritz, guadagnarono popolarità in questo periodo.

 Cocktail italiani dimenticati

 Si crede che il primo cocktail italiano sia stato il Milano-Torino, che in seguito fu modernizzato sotto il nome di “Americano”.

La cronologia esatta della creazione dei cocktail italiani non è chiara, ma ecco alcuni cocktail italiani in ordine di presunta creazione:

  1. Milano-Torino: Creato a metà Ottocento, questo cocktail si dice abbia avuto origine al bar Camparino di Milano. È realizzato con parti uguali di Bitter di Milano e vermouth di Torino, che rappresentano le due città nel suo nome e creazione.
  2. Americano: Si dice che il cocktail Americano sia stato creato intorno al 1860 al bar di Gaspare Campari a Milano. La bevanda era originariamente chiamata “Milano-Torino”, ma fu in seguito ribattezzata quando divenne popolare tra i turisti americani durante il proibizionismo aggiungendo una spruzzata di soda per ridurre l’amarezza del suo sapore.
  3. Negroni: Il Negroni si crede sia stato creato a Firenze nel 1919 quando il conte Camillo Negroni chiese al suo barista di rafforzare il suo cocktail americano sostituendo la soda con gin dopo un viaggio nel Regno Unito e scoprì questo nuovo distillato nel mercato chimato: Gin.
  4. Negroni Sbagliato: Il Negroni Sbagliato nasce da un felice incidente. Secondo la leggenda, all’inizio del XX secolo, un barman al Bar Basso di Milano ha accidentalmente preso una bottiglia di spumante al posto del gin mentre faceva un Negroni. Il cliente ha apprezzato il risultato e il Negroni Sbagliato è nato.Il nome “sbagliato” fa riferimento appuntoi all’uso errato dello spumante al posto del gin. Oggi, il Negroni Sbagliato è una variante popolare del classico cocktail Negroni ed è apprezzato da molti in tutto il mondo.
  5. Bellini: Il Bellini è stato creato a Venezia negli anni ’30 da Giuseppe Cipriani, fondatore dell’ Harry’s Bar. È realizzato con purea di pesche fresche e Prosecco.
  6. Bicicletta: Si ritiene che il cocktail “Bicicletta” sia stato creato negli anni ’60 o ’70 in Italia. È un rinfrescante cocktail estivo a base di vino bianco, Bitter di Milano e soda.
  7. Garibaldi: Il cocktail Garibaldi è una bevanda semplice e rinfrescante a base di Bitter di Milano e succo d’arancia fresco. Prende il nome da Giuseppe Garibaldi, generale e politico italiano che svolse un ruolo chiave nell’unità d’Italia nel XIX secolo. Si dice che il cocktail Garibaldi abbia avuto origine intorno al 1960/1970 in Caffè Camparino, un bar storico di Milano che era uno dei preferiti di Garibaldi stesso. La leggenda vuole che Garibaldi si divertisse a bere Bitter di Milano con una fetta di arancia, e il cocktail Garibaldi fu creato per onorare la sua memoria.
  8. Aperol Spritz: L’Aperol Spritz è stato creato nei primi anni 2000 come un tocco moderno sul classico Spritz (Vino bianco e acqua gassata). È fatto con Aperol, Prosecco, e soda e viene spesso servito con una fetta di arancia.

Lo Spritz

Si ritiene che lol spritz cocktail abbia avuto origine a Venezia, in Italia, come un modo per i soldati austriaci di diluire il vino locale con acqua gassata (un Spritzer). Nel tempo, la bevanda si è evoluta in quello che oggi conosciamo come lo spritz, con l’aggiunta di liquori amari come Aperol, Campari, Select o ITALICUS e spumante o soda.

Negli ultimi anni, lo spritz è diventato sempre più popolare in tutto il mondo, con molti bar e ristoranti che lo propongono sui loro menu. Ciò è dovuto in parte al suo gusto rinfrescante, al colore brillante e al basso contenuto di alcol, che lo rende una scelta popolare e trend per bere durante il giorno e socializzare.

Molti nuovi aperitivi brand stanno conquistando il mercato degli spritz, ciascuno con la propria versione unica della ricetta classica. Questi brand spesso vengono commercializzati come prodotti di alta qualità o artigianali, attirando i consumatori in cerca di ingredienti pregiati e sapori unici. Tuttavia, nonostante l’afflusso di nuovi produttori, Aperol rimane uno dei nomi più popolari e riconoscibili nel mondo degli spritz. Il suo caratteristico colore arancione brillante e il sapore dolce e amaro allo stesso momento, lo hanno reso un pilastro della scena dell’aperitivo italiano, continuando a essere apprezzato in tutto il mondo.

L’aperitivo e la cultura del bere italiano sono parte integrante della storia e della tradizione del paese. L’amore degli italiani per il cibo, il vino e i loro prodotti alcolici lo hanno reso una meta di prima scelta per gli appassionati di gusti raffinati, e le sue offerte stanno mostrando una crescita enorme della produzione in tutto il mondo, stabilendo una tendenza per l’industria degli alcolici e delle bevande.

Alessandro Geraci


Nuovi brand come ITALICUS Rosolio di Bergamotto, stanno sfruttando la popolarità dello spritz offrendo le proprie versioni del cocktail. ITALICUS Spritz, ad esempio, crea un tocco unico e pregiato sullo spritz classico offrendo nuovi profili gustativi moderni e il gusto agrumato unico del bergamotto calabrese.

Uno dei modi in cui ITALICUS si è differenziato dagli altri brands è quello di servire lo spritz moderno con tre olive invece della tradizionale fetta di arancia. Questo conferisce al cocktail un profilo di sapore unico nel suo genere e un fascino visivo moderno e tradizionale della cultura italiana.

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